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Le Regate "Colombiane"

Le Regate "Colombiane"

di Claudio Loreto


La sede galleggiante della "Società Canottieri Genovesi"
(ceduta nel 1899 al "Club Nautico Genovese", e da quest’ultimo a sua volta venduta alla "Società Canottieri Genovesi Elpis" nel 1906)

Nel 1892 la città di Genova, per celebrare solennemente il quarto centenario della scoperta del continente americano ad opera del suo figlio più illustre, Cristoforo Colombo, ospitò la grandiosa ‘Esposizione italo-americana’.

La kermesse annoverò, tra l’altro, molti eventi sportivi, per la maggior parte promossi dalla Società Ginnastica Ligure Cristoforo Colombo; dal canto suo il Rowing Club Genovese, fondato appena due anni prima con il concorso di alcuni cittadini britannici, si mise in ottima luce organizzando, per il tramite della Sezione Ligure del Reale Rowing Club Italiano (1), una manifestazione remiera internazionale.

Essa si articolò in tre consecutivi pomeriggi di regate, precisamente da domenica 14 a martedì 16 agosto (2), e registrò la partecipazione di 107 equipaggi, per un numero complessivo di 425 atleti (3).

Il quotidiano genovese "Il Secolo XIX" del 14-15 agosto così presentò la manifestazione ai propri lettori: "Le feste sportive, diremo così, si accavallano nella nostra Genova e le danno un aspetto così animato, per l’arrivo di tanti baldi giovani, da far scambiare le vie principali della città, per la vita briosa che le anima, ai ‘boulevards’ parigini. Le uniformi de’ canottieri e de’ ginnasti italiani e forestieri, tutti i dialetti e le lingue si frammischiano e danno a quel via vai di persone un non so che di vario, di babelico, che alletta ed invita a partecipare alle feste odierne anche i più affetti da cronica musoneria".

L’articolista passò quindi ad elencare le società remiere nazionali iscrittesi alle regate, ed esaltò la partecipazione di uno "skiffista" (4) proveniente dalla "… sorella italiana disgiunta, la bella e forte Trieste […] Certo al campione triestino […] farà festose accoglienze il pubblico genovese il quale, italianamente pensando, Trieste ricorda sempre anche se…non ne parla mai". Nel servizio venne annunciata anche l’adesione di tre società estere, una belga e due francesi, e da ultimo si precisò: "Delle nostre società genovesi oltre al benemerito Rowing Club – che organizzò le gare – che è presieduto dall’egregio marchese G.M. Cambiaso e dal marchese Cesare Imperiali, partecipa alle regate anche la potente Società dei ‘Canottieri genovesi’ (5) che presiede il signor Pietro Croce".

L’evento era stimato dal giornale di una rilevanza sportiva tale che "… noi siamo certi che oggi alle quattro la Genova elegante, la Genova delle grandi occasioni sarà tutta quanta ne’ palchi eleganti e comodi che il R. Rowing Club, con ottimo pensiero fece costrurre sulla calata che sta fra i ponti A. Doria e C.Colombo e lungo i ponti stessi" (6). Il prezzo dei biglietti per potere godere dello spettacolo, dai palchi di vario ordine o dai piroscafi, oscillava da una a cinque lire; era stato predisposto un sistema di scommesse ("… i totalizzatori fecero discreti affari"), mentre ad allietare l’atmosfera avrebbero provveduto, alternandosi, le bande del Municipio e della Regia Marina.

Il programma era piuttosto nutrito: oltrechè a competizioni di contorno tra lance della Regia Marina o della Società Ligure di Salvamento, si sarebbe assistito a molte avvincenti sfide sia su jole da mare che su scafi "outrigger" (7). Tra questi ultimi, l’ "otto": "Questa gara" – sottolineò il giornalista – "è la prima volta che si corre in Italia ed è la stessa famosa che ogni anno si disputano in Inghilterra i forti campioni del remo delle Università di Cambridge ed Oxford. Anzi, se non erriamo, uno dei rematori dell’ ‘outrigger’ genovese ‘S.Giorgio’ [nome dello scafo del Rowing Club Genovese, n.d.r.] il sig.H. Passadoro prese parte alla regata universitaria inglese".

Poi, a chiusura dell’articolo, due comunicazioni di servizio: "La Direzione della Società ‘Canottieri Genovesi’ avvisa i soci che l’accesso al Galleggiante Sociale avrà luogo dalla porta che da accesso ai palchi del R.R.C.I. posta sul Ponte Cristoforo Colombo". E infine: "I soci del Rowing Club genovese ed i Canottieri Genovesi potranno trovare dal cappellaio De Mata, i berretti che sono speciali alla divisa da loro adottata".

"Il Secolo XIX" del 15-16 agosto aprì così il resoconto delle gare svoltesi nel pomeriggio precedente (domenica):

"Né le regate famose universitarie inglesi, né quelle brillanti di Asnières in Francia, né le ordinatissime berlinesi che si fanno sull’Ilavel possono vantare un campo di regata pittoresco come quello della nostra Genova.

Dai ponti Andrea Doria e Cristoforo Colombo, fino al molo Lacedio il mare più bello che siavi in Europa il Mediterraneo immenso con quella bellezza di promontorio ch’è il monte di Portofino, da un lato, per chiusa.

Dietro i monti brulli, grandiosi nella loro nudità, della nostra superba, di fianco la città, e quella infinita schiera di navi imbandierate all’ancora nel porto…".

Il cronista passò quindi ad elencare i "vip" presenti: il prefetto, ammiragli, marchesi, conti, baroni, ecc.; a seguire, una lunga lista di dame ospitate sul palco centrale, "… tutte eleganti e graziose".

Scorrendo i risultati delle gare, ci si soffermerà qui sulla terza regata, denominata "dell’Esposizione" poiché il primo premio (un oggetto d’arte) era offerto dal Comitato Esecutivo dell’Esposizione. La gara – canoe a quattro vogatori di punta e timoniere, su un percorso di 2.000 metri con giro di boa – vide al via sei dei nove armi iscritti. Essa fu vinta dall’imbarcazione "Ginevra" della Società Canottieri Cerea, che regolò, nell’ordine, la "Torino" (Canottieri Armida), la "Nina" (Canottieri Genovesi), la "Eclaireur" (Club Nautique de Gand, Belgio) e la "Frisa" (di club non precisato) (8); la "Nonchalante" (della francese Aviron Toulousain), "… che aveva eseguito una splendida partenza e sulla quale molte erano le scommesse a duecento metri da traguardo virò di bordo e si fermò, rinunziando alla gara".

Il resoconto della prima giornata di gare si chiuse con la notizia che "… durante le regate, in causa della rottura di alcuni pali di sostegno, rovinò lo scalone del galleggiante, travolgendo seco nell’acqua le persone che su di esso si trovavano. Il signor Romanengo, num. 2 dell’outrigger ad otto remi dei Canottieri genovesi, che giungeva in quel mentre alla gara Canoe num. 4, venne colpito dallo scalone e travolto in mare. In causa della violenza del colpo egli svenne e dovette perciò essere sostituto da altro canottiere fuori d’esercizio". Sembra, dunque, che l’ "otto" della Società Canottieri Genovesi abbia preso parte alla sesta gara, detta delle "Patronesse" in ragione del primo premio in palio (una "… gran coppa artistica d’argento offerta dalle gentildonne genovesi"); poiché relativamente alla regata degli "otto"- che si sa che impegnò quattro armi italiani - il cronista citò poi solo le prime tre imbarcazioni classificate (nell’ordine, "Tenax" della Cerea, "Piemonte" della Caprera e "S.Giorgio" del Rowing Club Genovese), si deduce che quarto ed ultimo a concludere i 2.000 in linea fu proprio l’equipaggio della Canottieri Genovesi. L’ipotesi troverebbe fondamento nell’ordine d’arrivo di una seconda regata degli "otto", svoltasi nel successivo pomeriggio di competizioni: <<"Gara Reale" (internazionale) per "outriggers" a 8 vogatori di punta e timoniere. Primo premio – oggetto d’arte – dono di S.M. il Re – gonfalone, diploma e medaglie d’oro all’equipaggio. Questa gara desta un grande interesse; corrono tutte le cinque imbarcazioni iscritte. Arriva primo: "Languedoc" dell’Aviron Toulosain di Toulouse […]; secondo "Piemonte" dei canottieri Caprera di Torino […]; terzo "Tenax" dei canottieri Cerea di Torino […]. Seguono "S.Giorgio" del Rowing Club genovese e "Beppe" dei canottieri genovesi>>.

Poco dopo tale ultima società riscattò l’onta patita nella garadell’ "otto" con la conquista di un bronzo nelle canoe a quattro vogatori, "…Gara di Commercio", questa volta riservata a società italiane; corsero cinque delle nove imbarcazioni iscritte: giunse prima al traguardo l’imbarcazione "Coscritti" della Cerea, seconda la "Labor" della stessa società e terza, appunto, la "Nina" dei Canottieri Genovesi.

Questo il commento del cronista sulla seconda giornata della "festa del mare": "… Non descriverò la suprema attraenza, l’incantevole colpo d’occhio che presentava lo specchio d’acqua destinato a campo di regata. Era una festa di colori e di luce, uno sventolare di bandiere, di gonfaloni, di orifiamme, un muoversi di imbarcazioni, un andirivieni di spettatori, accorsi a godere il sempre nuovo spettacolo".

Successivamente, "… anche la terza giornata di regate al pari delle due altre antecedenti è riuscita splendida e benissimo ordinata ed il pubblico, sempre numeroso, mostrò di prendere, dal principio alla fine, interesse vivissimo al risultato delle gare che si mantennero sempre animatissime…".

  documento originale (506 KB)


La sezione aveva sede a Genova in Via S. Sebastiano n° 15; essa, su incarico del Municipio, organizzò quell’anno anche una serie di “Regate Popolari” (riservate, cioè, a imbarcazioni a remi private) che ebbero svolgimento in porto nel tardo pomeriggio del 12 settembre.

Negli stessi giorni, presso la “Sala Sivori”, si svolse a Genova un evento che avrebbe profondamente segnato le future vicende politiche del Paese: la fondazione del Partito del Lavoratori, poi Partito Socialista Italiano.

Fonte: “Storia Illustrata di Genova”, Elio Sellino Editore, Milano, 1995, volume 5, pag. 1146.

Da “skiff”, scafo da competizione ad un vogatore.

Società fondata (nel 1875?) dal console britannico in Genova Sir Montagu Yeats Brown insieme al fratello Federico, e discioltasi il 28 giugno 1897.

La linea del traguardo correva tra questi due pontili.

“Outrigger” (“fuoriscalmo”), imbarcazione da canottaggio moderno.

Cfr. l’ordine di arrivo riportato da “Il Secolo XIX” del 15-16 agosto e la successiva rettifica dello stesso segnalata nell’edizione del 17-18 agosto.